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Recidiva

Recidiva

La ricomparsa del tumore nello stesso seno e aree circostanti (detta recidiva locale), se insorge nei primi anni dopo l’intervento, è spesso localizzata a livello della cicatrice sotto forma di nodulo o arrossamento della pelle.

Se il tumore si ripresenta dopo diversi anni può manifestarsi anche in altre parti del seno e potrebbe trattarsi di un nuovo tumore.
Durante i controlli regolari bisogna prestare particolare attenzione all’esame e alla palpazione della cicatrice e delle aree di drenaggio linfatico (ascella, collo) alla ricerca di eventuali linfonodi ingrossati.
Il trattamento di una recidiva al seno e aree circostanti deve essere discusso e programmato in modo collegiale e multidisciplinare tra i diversi specialisti coinvolti (ginecologo/chirurgo senologo, chirurgo plastico, radio-oncologo, oncologo medico). Le scelte terapeutiche sono personalizzate in base al tipo di tumore e alla sua estensione.
Si parla di tumore al seno metastatico quando le cellule tumorali si diffondono, partendo dal tumore nel seno, fino ad arrivare ad un’altra parte del corpo. Ciò può accadere attraverso il flusso sanguigno o il sistema linfatico.

Le metastasi da tumore al seno si riscontrano più spesso nelle ossa, nei polmoni, nel fegato, nelle ghiandole linfatiche e nel cervello. Normalmente il tumore al seno metastatico viene diagnosticato qualche tempo dopo il tumore al seno iniziale, ma può anche essere diagnosticato contemporaneamente al tumore al seno. Il tumore al seno metastatico viene anche definito tumore al seno avanzato o malattia al IV stadio.

In alcuni casi le metastasi sono in numero limitato e confinate in pochi organi (fino a un totale di 5 metastasi, non necessariamente nello stesso organo). Questa situazione viene definita malattia oligometastatica ed è potenzialmente suscettibile di un trattamento locale (chirurgico o con radioterapia stereotassica), finalizzato a raggiungere una remissione completa di malattia.
L’indicazione e la possibilità di effettuare un trattamento locale nella malattia oligometastatica devono essere discusse per ogni singola paziente in modo collegiale e multidisciplinare tra i diversi specialisti coinvolti (ginecologo/chirurgo senologo, chirurgo oncologo, radio-oncologo, oncologo medico), in base al tipo di tumore e alle sedi di localizzazione delle metastasi.
Diversi farmaci sono utilizzati per trattare il tumore al seno con metastasi nelle ossa. Tali farmaci quali i bisfosfonati non distruggono le cellule tumorali nell’osso ma aiutano a ridurne la fragilità e a prevenirne la rottura, dando sollievo in caso di dolore.

  • prevenzione di ulteriori danni alle ossa
  • correzione e prevenzione dell’ipercalcemia (livelli di calcio nel sangue più alti del normale)
  • riducono le fratture patologiche
  • migliorano la qualità della vita
  • facilitano la ricalcificazione e il recupero di forza dell’osso
  • riducono il dolore alle ossa

Suggeriamo di riferire all’odontoiatra che si stanno assumendo bifosfonati perché c’è il rischio  di sviluppare, in seguito ad alcuni trattamenti odontoiatrici, una complicanza (rara) chiamata osteonecrosi delle ossa mascellari

Quando ci si trova di fronte ad un tumore al seno metastatico significa che il tumore può essere curato ma generalmente non guarito in modo definitivo. Lo scopo è quello di controllare i sintomi, migliorare la qualità di vita e prolungare la sopravvivenza rallentando la crescita del tumore. Ci sono molti trattamenti per tenere sotto controllo la situazione, spesso anche per molti anni. Quello che conta è di migliorare nettamente la qualità di vita della paziente.

Se il dolore è lieve si può assumere un analgesico comune usato anche per mal di testa o dolori reumatici. Nel trattamento di dolori di intensità moderata a grave si ricorre agli oppioidi. Sono farmaci derivati dall’oppio, e da sempre sono conosciuti come i farmaci analgesici più potenti. A seconda del farmaco utilizzato le vie di somministrazione possono essere: orale, rettale, intramuscolare, endovenosa, sottocutanea, spinale e per via transdermica. Nel paziente oncologico questi farmaci di solito non creano dipendenza.